Il 2 maggio alle ore 19.30 il quarto appuntamento con il Cineforum ISOLA DEL SAPERE del progetto di Democrazia Partecipata ci porta una storia ambientata in un liceo, dove gli adolescenti impareranno ad affrontare la vita mettendo alla prova i propri limiti.
UNA VOLTA NELLA VITA
Regia di Marie-Castille Mention-Schaar. Un film con Ariane Ascaride, Ahmed Dramé, Noémie Merlant, Geneviève Mnich, Stéphane Bak.
Anno 2014: Titolo originale: Les héritiers. Titolo internazionale: Once in a Lifetime. Genere Drammatico, – Francia, 2014, durata 105 minuti.
UN FILM PIÙ CHE RIUSCITO SU COME DOVREBBE ESSERE LA SCUOLA: LUOGO DELLA TRASMISSIONE DEL SAPER IMPARARE
Nella banlieu di Créteil, a sud-est di Parigi, il crogiolo di etnie e differenti confessioni religiose ha numeri ben sopra la media. Al liceo Léon Blum, in particolare, c’è una classe multiculturale litigiosa e indisciplinata che crea problemi al preside e al corpo docente. Solo la professoressa di storia, Anne Gueguen, pare essere in grado di farsi ascoltare da quei ragazzi. Non solo: contro il parere di tutti, inizialmente scoraggiata dagli studenti stessi, la Gueguen sceglie proprio la seconda esplosiva, anziché la gemella “europea” e più disciplinata, per partecipare al concorso nazionale della Resistenza e della Deportazione (CNRD) indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione. L’incontro con la memoria della Shoah avrà un impatto indelebile sulla vita e sul comportamento dei ragazzi della banlieu.
Fuor di finzione, l’esperienza reale del concorso letterario è stata di grande stimolo per il giovane Ahmed Dramé, che ha contattato la regista Marie-Castille Mention-Schaar e rievocato con lei quell’anno di liceo, e fornendole la base di partenza per questo film.
Quello che la professoressa insegna con successo è il dovere, prima, di trovare le proprie parole, e di non cadere nella trappola terribile del silenzio-assenso, e poi di fermare quelle stesse parole, non solo quelle irrispettose e inaccettabili, ma tutte, e di opporre loro un silenzioso rispetto. Quando, nel museo dell’Olocausto, sono le ragazzine stesse a dire con un fil di voce che hanno deciso di trattenersi, che l’altro impegno è rimandabile mentre questo no, il film è arrivato a segno, nella sua vocazione didattica e non solo.
Una volta nella vita diventa in corso d’opera un film più che riuscito, anche perché perfettamente adeguato alle ambizioni di partenza. C’è un momento preciso che decreta la vittoria del film sul rischio di scivolare nel cliché, ed è il momento in cui l’ex deportato Léon Ziguel parla al gruppo di attori e comparse, tutti studenti. In quel momento, girato per forza di cose in un’unica ripresa, la finzione che struttura il film e la realtà storica che lo sostanzia raggiungono la simbiosi e la classe si apre ad annettere il pubblico tutto, in sala o altrove.
La scuola, origine e destinatario ideale di questo lavoro, è ritratta, con ottimismo e speranza, come il luogo possibile della trasmissione, non solo del sapere, ma ancor più del saper imparare.
INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI
TRAILER:
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